Il 16 Gennaio 2019, in una splendida ma fredda giornata di sole, noi leggendari esploratori della 3C, accompagnati dai valorosi proff. ci siamo diretti, assieme ai nostri compagni della 3A e della 3B, verso l’ambita cittadina di Recanati, “il natio borgo selvaggio”, che ha dato i natali a Giacomo Leopardi, o Giacomuccio come veniva chiamato in famiglia.

        La visita nel suo mondo è iniziata con l’ingresso a Casa Leopardi o “la sua piccola prigione” (come lui la definiva).

Una imponente scalinata marmorea ci ha condotti all’unico piano visitabile dove siamo rimasti di stucco alla vista della ricchissima  biblioteca paterna nella quale, si racconta, trascorse “sette anni di studio matto e disperatissimo”.

Ma li avrà poi letti tutti quei libri? Si vede che, all’epoca, non era stata ancora inventata la PS4 anche se lui, come ci ha riferito la guida, si divertiva a giocare con i suoi fratelli e con… Maurizio: un guerriero medievale assemblato da Monaldo (padre di Leopardi) per far giocare, appunto, i suoi figli.

Durante il percorso abbiamo potuto ammirare anche alcuni ritratti e l’albero genealogico della famiglia Leopardi.

Quello che però è stato suggestivo è l’atmosfera che si respira a Palazzo Leopardi dove, con un po’ di immaginazione, sembra di vedere ancora il giovane Giacomo seduto ad un piccolo tavolo tra le “sudate carte” e lo sguardo rivolto verso la piazzetta del Sabato del Villaggio dove la sua “Silvia” era intenta “all’opre femminili”.

Ore 12:00...Pausa pranzo e poi, con la mappa del tesoro in mano, abbiamo raggiunto il prof. Mario Elisei per una suggestiva visita tra i luoghi leopardiani in cui noi ragazzi siamo stati parte attiva recitando le poesie del poeta tra cui “L’Infinito” che ci ha regalato l’immagine di un paesaggio incantevole, ricreando l’atmosfera vissuta dall’autore in prima persona ed il “Passero Solitario” che abbiamo recitato sullo sfondo della “Torre antica” che Leopardi cita nei suoi celebri versi.

Quest’uscita didattica ha regalato a noi studenti e professori anche un lato inedito del poeta. Lo sapevate che era anche un burlone? Figuratevi che aveva scritto una lettera alla Marchesa Roberti che lui tanto disprezzava, firmandosi La Befana.

Con grande dispiacere, dopo una breve sosta rifocillante (merendine, gelati, patatine e partita a calcio balilla), le nostre mappe ci hanno riportato al punto da cui tutto era iniziato: la nostra fantastica avventura era giunta al termine. Tutti sul pullman per fare rientro a Castelfidardo, il NOSTRO “natio borgo selvaggio”.